Jim e il pirata

Tratto da “L’Isola del tesoro” di R. L. Stevenson

Si apre il sipario.
Sul palco una scenografia semplice, essenziale.
Cielo, mare, terra, legno.
In scena, un attore narratore.
Si prepara a raccontare la sua storia cantando un canto di mare. Un ultimo saluto al porto sicuro, e via.
L’ancora si solleva, gocciolante e piena di alghe.
Le catene cigolano, sciabordano le onde.
Il vento gonfia le vele, e la terraferma è sempre più lontana.
È la storia di Jim Hawkins, un ragazzino che parte per un’avventura.
Destinazione? Un’isola lontana e misteriosa, dove giace il tesoro del temibile pirata Flint.
Il bottino di una vita di scorribande.
Durante il viaggio Jim incontrerà personaggi indimenticabili: il nobile dottor Livesey, l’eccentrico conte Trewlaney, il bizzarro naufrago Ben Gunn, e soprattutto Long John Silver, amabile cuoco di bordo con una gamba sola, che dietro alla risata fragorosa nasconde più di un segreto. Un’avventura senza tempo, che racconta di mare e di vento, di gioia e di paura, di avidità e coraggio.
Jim scoprirà il valore della libertà e imparerà a fidarsi di chi merita la sua fiducia.
Tra duelli e tradimenti, tra coltelli che volano e vanghe che scavano, tra pappagalli che cantano canzoni di mare e casse da morto, il viaggio di Jim alla ricerca del tesoro diventerà il viaggio di un ragazzo che parte bambino e tornerà uomo.

Produzione
Pandemonium Teatro
Regia Albino Bignamini

di e con Flavio Panteghini
scene e costumi Francesca Saunders
consulenza drammaturgica Albino Bignamini e Tiziano Manzini
luci Paolo Fogliato